Oggi siamo lieti di commentare un’altra importante vittoria, avvenuta nell’ambito del diritto del lavoro, che vede vincere una lavoratrice contro la Civis.
La protagonista di questa storia è un’ex lavoratrice padovana che ha denunciato la Civis, importante società di vigilanza privata con sede legale a Milano. La donna percepiva uno stipendio netto, pari a 640€. Una cifra tanto esigua, da trovarsi addirittura sotto la soglia di povertà stimata dall’Istat nel 2020 (840€).
La donna, stanca del trattamento poco professionale, ma anche umano, da lei ricevuto, decide di rivolgersi all’Adl Cobas. Nel dettaglio, la dipendente era arrivata al punto di svolgere anche 100 ore di lavoro, come straordinari, pur di riuscire a portare a casa uno stipendio che si aggirasse intorno ai 1000€.
Il Giudice del lavoro, ha così accolto il ricorso promosso dalla lavoratrice, firmando così una sentenza storica per tutti i lavoratori del settore.
Stipendi troppo bassi a tutti i lavoratori del settore
Difatti, quello della sorveglianza o vigilanza privata, è un settore particolarmente colpito da problematiche come quelle che ha affrontato la nostra lavoratrice padovana.
Gli stipendi sono sempre troppo bassi e lo sono anche per chi svolge servizio di portierato, o vigilanza senz’arma per esempio. Ma grazie a questa sentenza, si sta aprendo un corridoio di salvezza, per tutti gli operatori del settore.
Secondo il Giudice, il contratto di lavoro stipulato tra la donna e l’azienda, è del tutto anticostituzionale, perché viola l’art. 36 della Costituzione.
Difatti, l’ art. 36 della Costituzione, stabilisce che “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
Per questi motivi, la Civis, è stata condannata ad un risarcimento di 372 euro (lordi) in più per ogni mese, ossia la differenza tra lo stipendio riconosciuto e quello che si ritiene essere adeguato per la mansione di portierato.
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