Nel momento in cui una coppia sceglie di intraprendere il divorzio o la separazione, il primo pensiero è rivolto sempre ai figli, ma ti sei mai chiesto cosa accade per l’affidamento e il mantenimento degli animali domestici?
Il quesito è pertinente, nonostante in Italia manchi ancora una normativa specifica che regoli questo tipo di rapporto.
La giurisprudenza italiana è parsa sempre un po’ confusa in merito all’argomento. Negli ultimi anni nelle aule di tribunale sono stati osservati sempre più casi.
Il Giudice, dinnanzi ad una domanda relativa all’affidamento dell’animale ha nella maggioranza dei casi rigettato la richiesta. Oppure, ha accolto le richieste delle parti agendo come se l’affidamento riguardasse un minore.
Una giurisprudenza granitica che fatica ad adattarsi alla nuova società
Negli ultimi anni la società si è evoluta in favore dei nostri amici a quattro zampe. Secondo alcune stime, 1 italiano su 2 possiede un animale domestico che tratta come se fosse un membro effettivo della famiglia.
Questo nuovo atteggiamento di apertura nei confronti degli animali domestici ha generato un necessario aggiornamento della giurisprudenza italiana.
Sono sempre più numerose le famiglie italiane che si rivolgono al Giudice non solo per discutere dell’affidamento dell’animale, ma anche per accordarsi sulla gestione dei costi relativi al veterinario e alle spese alimentari etc..
Fino a quando i coniugi riescono ad ottenere una risoluzione pacifica della questione il Giudice dovrà solo effettuare la convalida degli accordi presi tra le parti. Il problema sorge nel momento in cui i coniugi non mostrano cooperazione. Infatti, in questi casi la maggior parte dei Giudici rifiutano di pronunciarsi appellandosi al fatto che tale argomento non è regolato dal legislatore.
Una nuova proposta di Legge per tutelare gli animali domestici
È da tempo che troviamo al centro dell’opinione pubblica una nuova proposta di Legge che disciplinasse le problematiche relative ai nostri animali domestici. Tale normativa dovrebbe introdurre un nuovo articolo del Codice Civile, ovvero l’art. 455-ter.
La tanto attesa riforma prevede fra l’altro l’introduzione nel codice civile del titolo XIV-bis al codice civile recante disposizioni in materia di animali domestici.
Nel dettaglio, il testo dell’art. 455-ter c.c. intitolato
“Affidamento degli animali familiari in caso di separazione di coniugi”, prevede che: “Per gli animali familiari, in caso di separazione di coniugi, proprietari di un animale familiare, il tribunale, in mancanza di un accordo tra le parti, a prescindere dal regime di separazione o comunione dei beni e da quanto risultante dai documenti anagrafici dell’animale, sentiti i coniugi, i conviventi e la prole, e acquisito, se necessario, il parere degli esperti di comportamento animale, ne attribuisce l’affido esclusivo o condiviso alla parte in grado di garantire loro la sistemazione migliore inerente il profilo della protezione degli animali. Il tribunale ordinario è competente a decidere in merito all’affido di cui al presente comma anche in caso di cessazione della convivenza more uxorio.”
In conclusione, se approvato, l’art. 455 – ter c.c. insieme agli artt. 455-bis e 455-quater c.c., riuscirebbe sancire il principio secondo cui tutti gli animali sono esseri senzienti e titolari di diritti. Non ti sembra fantastico?
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