Dal 15 ottobre è entrato in vigore un nuovo obbligo che ha diviso l’Italia in due parti. Parliamo dell’obbligo in merito al green pass o certificazione verde, documento digitale che attesta l’avvenuta vaccinazione.
Ma ora facciamo un passo indietro e scopriamo nel dettaglio che cos’è il green pass.
Green Pass o certificazione verde: che cos’è?
L’obbligo vige per i luoghi di lavoro ma anche di vita e di divertimento. La proposta di istituire una certificazione verde COVID-19 arriva direttamente dalla Commissione europea e a nulla servono le proteste e le manifestazioni cittadine.
Il fine della Commissione europea è quello di prevenire la diffusione del coronavirus e l’agevolazione della libera circolazione dei cittadini in totale sicurezza.
In sintesi, la certificazione verde covid-19 attesta:
- L’avvenuta vaccinazione anti Covid-19;
- la guarigione dal virus avvenuta negli ultimi sei mesi;
- negatività al test antigenico rapido, tampone rapido, nelle ultime 48 ore o al test molecolare, tampone molecolare, nelle ultime 72 ore.
Green Pass come funziona nei luoghi di lavoro
Dopo aver dato uno sguardo su ciò che concretamente rappresenta e implica la certificazione verde, passiamo invece a focalizzarci sugli obblighi che i lavoratori e i loro datori di lavoro hanno in Italia.
Abbiamo detto che l’entrata in vigore dell’obbligo è partita il 15 ottobre 2021, questa avrà valenza fino al 31 dicembre 2021, salvo imprevisti.
Quindi, fino ad allora, momento in cui verrà dichiarato il termine dello stato d’emergenza italiano, tutti i lavoratori dipendenti, autonomi, in formazione, ma anche i volontari, dovranno esibire obbligatoriamente il green pass per accedere a lavoro sia nel settore pubblico che privato.
Ciò è dettato dal Decreto-Legge 21 settembre 2021 n. 127, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 226/2021 ed integrato dal DPCM 12 ottobre 2021.
Il suddetto decreto racchide in sé tutte le misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l’estensione dell’ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening.
Chi controlla la certificazione verde?
Il controllo della certificazione verde è affidato al datore di lavoro, che dovrà munirsi autonomamente, entro il 15 ottobre, degli mezzi necessari digitali e non, per effettuare i controlli.
I controlli saranno effettuati ogni giorno al momento in cui i lavoratori fanno accesso al luogo di lavoro.
Tuttavia, il datore di lavoro può decidere di effettuare i controlli anche in un altro momento della giornata lavorativa.
Occorre precisare che il datore di lavoro che si oppone ai controlli e all’obbligo, andrà in contro a delle sanzioni che vanno
da € 400,00 ad € 1.000,00,.
Cosa rischiano i lavoratori sprovvisti?
L’obbligo della certificazione verde ha lanciato il Paese in uno stato di caos assoluto. Moltissimi italiani rifiutano la vaccinazione, così oltre a mettere a rischio la propria salute e quella degli altri, mettono a rischio anche il proprio posto di lavoro.
Proprio perché il lavoratore sprovvisto di green pass, non può accedere sul posto di lavoro e viene invitato ad allontanarsi dal personale preposto al controllo.
Inoltre, ogni giorno di assenza causata dalla mancata esibizione della certificazione, sarà valutata come assenza ingiustificata.
Successivamente, viene avviata una procedura sanzionatoria dinanzi al Prefetto competente per territorio. Dopodiché verrà imposta una sanzione amministrativa pecuniaria che va da un minimo di € 600,00 ad un massimo di € 1.500,00. Sanzione che raddoppia da € 1.200,00 ad € 3.000,00 in caso di violazioni successive.
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