Oggi trattiamo un altro argomento molto delicato che coinvolge i figli di genitori separati, o divorziati. Ti sei mai chiesto come funziona l’assegno di mantenimento quando un figlio vive a turno con i genitori?
Oggi cercheremo di fare chiarezza insieme analizzando la questione in ogni minimo dettaglio.
Partiamo dal fatto che generalmente un figlio viene affidato ad entrambi genitori, salvo i casi in cui si dimostri che uno dei due non è idoneo all’affidamento congiunto. In quel caso il Giudice opta per un affidamento esclusivo.
L’affidamento congiunto però, prevede comunque che il figlio trascorra prevalentemente il suo tempo con uno dei due genitori. A quest’ultimo viene quindi assegnata la casa coniugale, ovvero l’abitazione che ha ospitato il nucleo familiare prima della separazione.
L’altro genitore può vedere il figlio seguendo gli accordi stipulati dinnanzi al Giudice.
Naturalmente, per una questione pratica, il figlio trascorrerà sempre più tempo con il genitore convivente, che nella maggioranza dei casi si configura sempre nella madre.
Affidamento paritetico: di cosa si tratta
In alcuni casi però il Giudice ha disposto un affidamento paritetico. Ma di cosa si tratta? Con l’affidamento paritetico il figlio trascorre giusto metà del tempo con un genitore e l’altra giusta metà con l’altro genitore.
Occorre precisare che questo tipo di misura viene applicato solo nei casi in cui il soggetto sia un minore, ma ci sono altri dubbi in merito da chiarire.
Nei casi di affidamento paritetico esclude anche l’assegno di mantenimento, poiché i genitori, in questo caso, debbono provvedere al mantenimento del figlio con una forma di mantenimento diretta e alternata.
Fanno eccezione a questa regola i casi in cui uno dei due genitori presenti un reddito basso e quindi non disponga della possibilità economica di sostenere il figlio.
Non è la prima volta che puntiamo l’attenzione su un argomento così delicato. Per scoprire maggiori informazioni sui requisiti dell’assegno di mantenimento ti invitiamo a leggere pure:
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