Con il termine stalking si indicano tutta una serie di comportamenti di tipo persecutori che un soggetto acquisisce nei confronti di un altro soggetto.
Il reato di stalking è uno degli argomenti più discussi dall’opinione pubblica e contrariamente a ciò che si possa pensare, il numero delle vittime di sesso maschile è in continuo aumento.
Questo indica che lo stalking non è un problema che affligge solo il genere femminile.
Il fine del soggetto che pratica stalking è quello di gettare la vittima in uno status di ansia, paura e stress tale da compromettere il normale svolgimento della vita quotidiana.
Come riconoscere uno stalker
Attualmente abbiamo individuato ben cinque tipologie di stalker. Di seguito trovi tutti i dettagli dei cinque profili.
Lo stalker risentito
Quando parliamo di uno stalker risentito, facciamo riferimento ad un ex partner che ha l’obiettivo di vendicarsi nei confronti della vittima, a causa della rottura della relazione.
In questo caso, il soggetto entra in azione adoperando qualsiasi mezzo per danneggiare l’immagine della vittima. Nel dettaglio il soggetto potrebbe mettere in circolazione, voci o in altri casi addirittura foto private e osé della vittima.
Spesso in concomitanza a questi comportamenti si unisce anche un ulteriore obiettivo. Ovvero quello di sfogare la propria frustrazione danneggiando oggetti o proprietà della vittima.
Lo stalker bisogno di affetto
In questo caso non parliamo di un tipo di stalking che si determina tra un soggetto e un ex partner. Come è noto, gli stalker bisognosi di affetto sono quei soggetti che agiscono spesso per ottenere attenzioni da altri soggetti.
È un tipo di “legame” sottilissimo che può interporsi in ambito affettivo, ma anche in quello professionale.
Un esempio lampante di quest’ultimo caso è il paziente ossessivo che cerca continuamente attenzioni da parte del suo medico curante.
Lo stalker incompetente sociale
Lo stalker incompetente sociale è conosciuto anche come il corteggiatore incompetente. Nella stragrande maggioranza dei casi è un soggetto che presenta problemi nella sfera emotiva e sociale.
Questo tipo di stalker agisce con degli atteggiamenti particolarmente invadenti ed assillanti che però vengono cessati in pochissimo tempo.
Lo stalker respinto
Lo stalker respinto spesso è un soggetto e con il quale non si è voluta intraprendere una relazione sentimentale oppure ex partner di cui si sia rifiutato l’invito a recuperare la relazione.
Vi starete chiedendo quali sono le differenze tra stalker respinto e stalker risentito, di cui abbiamo parlato qualche paragrafo indietro. Anche se sottile la differenza c’è ed essa è principalmente racchiusa nell’atteggiamento ambivalente nei confronti della vittima.
Per esempio, nel primo caso lo stalker manifesta il desiderio di entrare in relazione con lei, senza riuscirci, e il risentimento originato dal rifiuto ripetuto.
Lo stalker predatore
Occorre precisare che lo stalker predatore viene configurato come il profilo più pericoloso. Questo perché l’obiettivo principale di questo tipo di stalker è ottenere un rapporto sessuale con la vittima.
Inoltre, spesso lo stalker predatore è coinvolto da altri disturbi sessuali di tipo psicologico come la pedofilia e il feticismo.
Come difendersi dallo stalking
Se ti sei reso conto di essere vittima di stalking il primo consiglio che ti diamo è quello di mantenere la calma e seguire una serie di indicazioni.
Innanzitutto è fondamentale segnalare la questione alle persone più vicine a te. Dopo aver messo al corrente la tua famiglia e i tuoi amici della situazione devi assolutamente sporgere denuncia.
Il reato di stalking è per l’appunto un reato e da tale deve essere trattato. In tal senso, la legge prevede la reclusione da 6 mesi a 4 anni.
In più con la presenza di possibili aggravanti come per esempio il legale stesso instaurato in precedenza con la vittima, oppure se il reato viene commesso ai danni di un minore.
Violenza domestica cosa fare
Quello della violenza domestica invece è un altro argomento molto serio a cui la società presta molta attenzione negli ultimi tempi.
Nella maggioranza dei casi si tratta sempre di donne vittime di violenza domestica, anche se grazie ad alcuni casi che coinvolgono personaggi del mondo dello spettacolo, basta pensare al caso di Johnny Depp, fanno notizia anche gli uomini vittime di violenza domestica.
L’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la violenza domestica un vero e proprio problema sociale che affligge tutti i Paesi, tutti i generi, tutte le età e tutte le fasce sociali.
Il primo passo per difendersi dalla violenza domestica sta nel riconoscere nel dettaglio gli atteggiamenti messi in atto dall’abusante.
Occorre precisare che spesso l’abusante assume atteggiamenti violenti nei confronti dei membri del proprio nucleo familiare a causa della propria insoddisfazione personale, riscontrata fuori dall’ambito familiare.
Difatti, nella maggioranza dei casi il principale obiettivo di chi provoca violenza domestica è quello di sottomettere una o più vittime del proprio nucleo familiare.
I casi di violenza domestica
Come è noto, gli episodi di violenza domestica sono rappresentati dal tentativo dell’abusante di sottomettere la vittima attraverso una serie di atteggiamenti.
- Uno di questi è il cercare a tutti i costi di isolare la vittima dal un punto di vista sociale. In questo modo è più semplice abusare di essa;
- Un altro comportamento anomalo potrebbe identificarsi nel tentativo di generare ansia e paura attraverso scatti di rabbia e violenza, manifestata anche nei confronti degli oggetti domestici;
- Anche umiliare e sminuire la vittima in pubblico o nel contesto domestico, rappresenta un campanello d’allarme;
- Ricattare la vittima attraverso i figli;
- Minimizzare gli accaduti.
Nei casi di violenza domestica è importante non isolarsi e denunciare quanto prima i fatti accaduti.
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